venerdì 18 febbraio 2011

L'esperienza ci rende migliori?

Mi sento le ossa rotte come se mi avessero riempito di botte per tutta la notte. Non è un male fisico ma più un dolore nell'anima o meglio nell'orgoglio. 
Non ho riposato bene, un po' per i pensieri che si hanno nel dover affrontare la vita con un solo stipendio medio e un po' per sta capa tosta che mi ritrovo, rimuginando sulle varie vertenze possibili. 
E' strano il legame madre-figlia come sia saldo e forte anche dopo il parto; lei deve aver sentito il mio disagio e si è svegliata più volte urlando...
Allora mi chiedo: cosa ci allontana durante la crescita dai nostri genitori? Sono stasta un'adoloscente problematica ed una giovane donna ancora più caparbia, solo quando me ne sono andata definitivamente dalla casa dei miei abbiamo iniziato ad avere un rapporto fertile, profondo anche se non mancano gli scontri. Non credo sia colpa loro o mia, semplicemente abbiamo caratteri diversi ed idee radicalmente opposte ma mi hanno dato valori che vorrei essere in grado di trasmettere al mio angelo. Certo i miei non hanno avuto molte esperienze prima di diventare genitori ed erano giovanissimi, 21 anni lei e 26 lui, forse non mi hanno capita perchè non avevano strumenti di vita per farlo. Allora noi che abbiamo vissuto sulla nostra pelle il cambio dei fidanzati, le nottate in discoteca, le sbronze, le droghe, l'autostop, il sesso liberatorio urlato, la ribellione, noi con questo pesante fardello sulle spalle saremo in grado di aiutare i nostri bambini, prenderli per mano ed accompagnarli in percorsi faticosi ed in salita o forse, quando sarà il nostro momento la routine, l'apatia ci farà dimenticare ciò che eravamo e siamo dentro? E' inevitabile perdere pezzi di se oppure si può fare qualcosa per fare in modo di ricordarsi sempre il punto di inizio e il tragitto compiuto?

1 commento:

  1. In medio stat virtus....dicevano gli antichi....ed è proprio stare nel mezzo che è la cosa più difficile.
    Tu dici che i tuoi non hanno fatto esperienze perchè erano troppo giovani quando si sono sposati, mentre tu di esperienze ne hai fatte molte. Non ti si chiede di essere un'esperta in pedagogia....sii te stessa anche con i tuoi difetti. Sbaglierai tante volte (come avranno sbagliato anche i tuoi), anche perchè i figli non li danno corredati di un manuale di istruzioni e poi non sei sola: c'è anche il tuo compagno che non deve essere relegato, o sentirsi lui stesso a posto solo portando a casa lo stipendio. Anche se tu per ora sei disoccupata (per cui hai più tempo per tua figlia), non è un buon motivo per cui lui non prenda parte con la sua esperienza alla crescita.

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